Intervista a Lo Jonio 24 luglio 2021

Ago 3, 2021 | News

LA SORDITÀ SI VEDE PIÙDI UN APPARECCHIO ACUSTICO

Uno dei primi quesiti posti dagli acquirenti riguarda l’estetica

La prima richiesta del probabile acquirente di un apparecchio acstico è “ma si vede?” preoccupato sia per l’estetica, sia dal mostrare il proprio deficit uditivo. Oggi la tecnologia che ha reso gli apparecchi talmente piccoli e la martellnte pubblicità di tante case produttrici e fornitrici, hanno fatto si che il problema è stato bypassato equiparandolo agli occhiali.

Esistono tre tipi di apparecchi acustici:

 

  • Retroauricolari, che si indossano esternamente dietro l’orecchio e possono essere di tipo BTE che porta il suono attraverso un auricolare su misura, oppure di tipo RITE con ricevitore direttamente inserito nel condotto uditivo. Questi apparechi presentano enormi vantaggi, come funzionalità più potenti, collegamento a tv telefono e qualsiasi altro dispositivo dotato di bluetooth, maggiore amplificazione e tanto altro. Purtroppo però hanno il difetto di non essere invisibili.
  • Endoauricolari, che vengono costruiti su misura sul calco del condotto uditivo. Il tecnico audioprotesita con una siringa inietta una pasta al silicone, operazione veloce ed assolutamente indolore, sulla quale impronta il laboratorio realizzerà il dispositivo. Non è indicato per sordità gravi o per chi non ha una buona manualità e presenta svantaggi come l’assenza di collegamento bluetooh, maggiore manutenzione e consumo elevato di batterie.
  • Vibratori ossei, cosidetti occhiali, che consistono in astine montate appunto su un frontale di occhiale, nelle quali sono posizionati vibratori che poggiati sulla mastoide trasmettono i messaggi sonori attraverso le ossa. Adatto per sordità gravi ma con buona via ossea e per pazienti che non possono inserire nulla nel condotto uditivo per patologie quali ad esempio l’otite.

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