Intervista a Lo Jonio 6 marzo 2021

LA SORDITÀ NON È PIÙ UN TABÙ. ORA POSSIAMO SCONFIGGERLA
Alvaro Grilli, titolare di Grilli Group e Taranto acustica con il marchio Maico, ci spiega le nuove frontiere degli apparecchi acustici
Da oltre duecento anni l’uomo cerca di combattere gli effetti della sordità: un handicap invisibile e minaccioso, che limita fortemente la vita sociale e lavorativa. L’avvento delle tecnologie più avanzate ha reso gli apparecchi acustici quasi invisibili e in grado di selezionare suoni e rumori. Un mondo in continua evoluzione,che ha acquisito una centralità ulteriore nei giorni della pandemia. Tra mascherine e chat, tra telefoni e videoconferenze, sentire bene e ascoltare tutto è divenuto fondamentale.
Di seguito un estratto dell’intervista
Nel 1982 erano del tutto analogici e si regolavano con un cacciavitino, ma era un’operazione difficoltosa. Poi nel 1990 sono arrivati sul mercato gli apparecchi analogici a programmazione digitale con il sistema PHOX della Maico: in seguito tutte le altre case si sono adeguate con prodotti sempre più performanti, regolabili al computer e di alta specificità. Le protesi moderne riescono a selezionare rumori, voci, ambienti. Ormai una persona ipoacusica non ha grossi problemi nel migliorare la propria situazione a meno di patologie gravi
Dobbiamo ricordare che fino a sessanta anni fa il sordo veniva identificato come lo stupido del quartiere. Oggi per fortuna le varie campagne di sensibilizzazione, anche della Maico, contribuiscono a rimuovere questi antichi retaggi: anche i più giovani si avvicinano alle nostre sedi e gli anziani stanno superando le loro riserve. Per avvicinare ed informare il pubblico spesso organizziamo campagne di screening gratuito: la gente s’interessa, s’informa. E ci sono anche dei contributi da parte del Servizio Sanitario Nazionale
Paradossalmente ha fatto prendere coscienza del problema a molte persone che non si rendevano conto della loro situazione o preferivano ignorarla. Adesso, però, l’uso delle mascherine copre la bocca: molti si aiutavano leggendo il labiale, ora non possono più farlo. E ci vengono a trovare: tra videochiamate, webinar e call hanno capito che devono ricorrere subito alla protesi
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